1819-2019 , duecento anni fa la nostra prima vittoria

Sonetto composto in onore della Vittoria al Palio del 1819 sotto l’auspicio della Beata Vergine delle candele in Santa Maria Nuova

Nel 1148,  in un documento del Codex Astensis , il comune di Asti, intimava  al marchese Ottone Boverio , signore del contado di Loreto, presso Costigliole d’Asti,  di provvedere alla annuale offerta di un cero alla festa di San Secondo . Da questo documento si evince come la nostra festa patronale sia una delle più antiche d’Italia. Secondo Niccola Gabbiani, quasi subitola nascita  della festa  venne  associata anche  la “Corsa del Palio”.

Tra  il XII ed il XV secolo la corsa fu ad appannaggio prettamente “patrizia” o delle famiglie mercatali della città,  che ramificandosi in tutta Europa entrarono in contatto con la nuova cultura cavalleresca.  

L’inclinazione dell’aristocrazia astese ai giochi equestri è rafforzata da alcune fonti iconografiche presenti  in un soffitto ligneo del XIV secolo dove sono raffigurati giovani cavalieri che al galoppo convergono con un braccio teso verso una dama tenente due vessilli . Questa immagine allegorica, non può non  rimandare alla consuetudine per il Palio antico di dover “toccare il pallium” per poterselo aggiudicare.

Tra il XV e XVI secolo la corsa cominciò ad avere una connotazione più popolare : accanto a nobili famiglie si affiancarono le Confraternite (associazioni volontarie laiche utilizzate principalmente dagli ordini predicatori e mendicanti francescani e domenicani ), le compagnie laicali legate alle parrocchie, le corporazioni di Arti e Mestieri ( ad es. Cestai,  Falegnami, Facchini, Sarti, Panettieri, Tessitori ) . Sono anche presenti  concorrenti privati che iscrivevano cavalli a nome proprio.

Il Palio conquistato veniva solennemente consacrato nella chiesa del sodalizio in un tripudio di musica e canti. Nei giorni seguenti , la parrocchia o l’ambito territoriale del sodalizio, veniva illuminato per più giorni, ed ospitava feste da ballo, libagioni, e spettacoli pirotecnici.

Nel XIX secolo, l’invasione dei Francesi comandati da Napoleone Bonaparte provocarono la confisca della maggior parte dei beni religiosi e  ridimensionarono anche l’attività delle Confraternite: nacque in questo periodo il Palio sotto auspicio, una Confraternita o Compagnia o corporazione sceglieva un cavallante, che avrebbe corso “a nome” o “sotto l’ Auspicio” del sodalizio  medesimo provvedendo di tasca propria a cavallo, fantino e a tutte le altre spese.  In questo caso il cavallante avrebbe trattenuto il premio eventualmente vinto, ma avrebbe potuto contare sul tifo ed il sostegno della comunità di cui  difendeva i colori.

Fu così che nel 1819  Giuseppe Maria Ranco  iscrisse  il  proprio cavallo alla corsa del Palio “sotto gli auspici” di Santa Maria Nuova . Dall’appendice del sac. Stefano Incisa del 1806, “ Asti nelle sue chiese ed iscrizioni “, notiamo che figura una casa Ranco nei pressi della porta di Santa Maria Nuova.

Il cavallo presentato da questo “borghigiano”  era di razza“ turca”  e dal mantello dorato.  Il cavallo turco o turcmeno dorato citato nei verbali d’iscrizione alla corsa apparteneva probabilmente  alla razza oggi chiamata Akhal-Teke , è una razza di cavallo orientale sviluppatasi nelle steppe dell’Asia Centrale e tuttora esistente in Iran, Afghanistan (dove è detta Habash ) e Uzbekistan.

A montare  questo cavallo fu il fantino Carlo Manzone detto Vandomo o “baciascalino”. Già l’anno precedente l’accoppiata si era presentata al canapo riportando la borsa ( al tempo il secondo posto era considerato un vero e proprio smacco, peggiore dell’acciuga), ma finalmente in quell’anno il signor Ranco ebbe la sua rivincita.

Per l’occasione venne persino stampato un sonetto , dove si tratteggiavano i tratti somatici del cavallo : piccolo, con gamba sottile e scarna testa , ma veloce come il vento. 

Un immagine del cavallo Akhal-Teke

Il cavallo dorato è anche chiamato “levriero del deserto”, misura circa 1.60 – 1.65 m, ma non è affatto goffo. Nel suo procedere è aggraziato, slanciato, atletico e flessuoso. Anche se piccolo, in proporzione ha lunghe gambe e la testa molto aerodinamica ed espressiva.

Lascia un commento