Il termine Sendallo, cominciò ad essere utilizzato dal Cinquecento in poi quando la forma del Palio cambiò totalmente ed assunse la foggia ancora usata ai giorni nostri.
Si cominciò a confezionare una tela rettangolare istoriata a forma di labaro di circa 100 per 70 centimetri, in un tessuto misto seta/cotone, detta di zendale o “sangallo”.
A questo stendardo è unito nella sua parte terminale un drappo di tessuto prezioso (appunto il “pallium”). Solitamente arrotolato ed un tempo conservato in una cassettina di legno.
Il sendallo è appeso mediante un bastone trasversale con ai lati pomelli e nappe su cui si inserisce un’asta usata per lo spostamento del drappo durante le cerimonie o per issarlo sul balcone del comune prima della corsa.
Il Palio del 1820 vinto da Paolo Manassero sotto l’auspicio di Santa Maria Nuova, è conservato presso la Collegiata di San Secondo nella cappella dedicata al santo Patrono.
Nella nostra “Sala delle Vittorie” sono conservati i Sendalli vinti dal Borgo nel XX e XXI secolo, è inoltre presente la riproduzione di un Sendallo del XIX secolo che secondo la nostra documentazione fotografica è stato vinto dal Borgo nel 1834. In realtà, iconograficamente parlando, il Sendallo è molto simile a quello vinto nel 1934 dal rione San Martino. E’ quindi plausibile che la copia sia stata eseguita dopo quella data . Il tessuto su cui è stato applicata la tela però, presenta al verso una manifattura molto simile a quella di fine XIX secolo.
E’ anche vero che il Sendallo del 1834 con cui si presenta il nostro Borgo nel 1929 e negli anni a seguire durante la sfilata , è completamente diverso da questo . Quel Palio ora è conservato presso l’Archivio del comune di Asti.
XX secolo
I Sendalli dipinti nel periodo fascista , sono caratterizzati dall’iconografia classica, che si rifà ai dettami di romanità imposti dal regime.
San Secondo, loricato alla romana è sempre rappresentato con lo sfondo della città. Al centro lo stemma Savoia e nei due labari del 1932 e 1935 quello fascista. Il principale artefice delle opere è Ottavio Baussano, incaricato dal podestà Vincenzo Buronzo, di rinnovare l’immagine scenografica della festa.
XXI secolo
Il sendallo del 1972, così come quello del 2006 sono opera dell’artista astigiano Silvio Ciuccetti ,
… vigoroso e possente nel segno, affida alla linfa cromatica il palpito dell’emozione, sottesa alla tensione costruttiva… (Marida Faussone)
Il sendallo del 2000, molto agognato e sospirato dal popolo rosa-azzurro, perchè giunto dopo 28 anni di digiuno, è il frutto
… della ricerca materica e concettuale … (Marida Faussone)
di Ugo Nespolo, artista nato a Torino , ripropone nell’opera l’inquieta dualità tra natura e tecnologia, tra realtà e sogno, tra razionalità ed irrazionalità
Il sendallo del 2005 è molto caro ai nostri borghigiani perchè è opera dell’artista genovese Emanuele Luzzati che è anche il creatore del logo del Palio di Asti. Il sendallo in tecnica mista ( collage, decoupage, disegno e pittura) riprende gli eroi cortesi della mitologia teatrale di Luzzati con le armi spuntate e lo sguardo remoto. Il sendallo del 2009, è dell’artista italo- francese Nata Rampazzo, grafico, molto apprezzato in Francia.
Ultimo arrivato e quindi come il figlio più piccolo “il più coccolato”, è il sendallo vinto nel 2023, dopo alcuni anni sfortunati. A dipingerlo è stato Lorenzo Livorsi , il più giovane Maestro del Palio, al tempo studente dell’Istituto d’Arte Benedetto Alfieri di Asti. In tecnica mista con la “lorica” del patrono San Secondo in rame sbalzato , l’opera ha suscitato grande entusiasmo fin dalla sua prima apparizione nel giorno della festa patronale.