Corteo storico 2018

 

L’investitura a cavaliere

La Cavalleria come ideale di vita e codice di condotta del guerriero a cavallo è un fenomeno tipico dell’età medievale . Anche Asti, come i maggiori centri dell’Italia settentrionale, risente della nuova cultura cortese proveniente dalle regioni della Champagne e della Borgogna, che esalta i valori cavallereschi: fin dal 1250 esiste in Asti una “Societas Militum” e negli Statuta Revarum viene menzionato il dazio per le lance da giostra; i simboli dell’investitura cavalleresca compaiono anche nella statua di San Secondo, addobbato da perfetto cavaliere tardo trecentesco.  

Il giovane figlio del nobile che ambiva a diventare cavaliere doveva intraprendere un percorso  impegnativo: all’età di sette anni abbandonava l’ambiente familiare per il tirocinio presso un “signore”  che terminava, compiuti i ventuno anni,  con l’investitura a cavaliere.  La cerimonia di adoubment  (addobbamento)  era solenne: solitamente a Pasqua o a Pentecoste si teneva la “Benedictio Novi Militis”, durante la quale l’uomo in armi dichiarava fedeltà ai  principi etico-religiosi della Cavalleria. L’aspirante cavaliere la sera prima  si raccoglieva in meditazione: mentre le armi giacevano sull’altare egli vegliava, s’immergeva in un bagno purificatore, poi vestiva la clamide bianca ed entrava nella cappella  dedicata a San Martino o San Giorgio e pregava. Al mattino  avveniva la consacrazione:  gli venivano consegnate la spada, gli speroni ed il cinturone e  quindi pronunciava il giuramento del cavaliere.

E’ quest’ultima parte della cerimonia che viene rappresentata nel corteo storico: alla presenza delle autorità civili e religiose, il giovane paggio è in attesa dell’investitura;  gli fanno corona altri giovani cavalieri che portano le insegne di san Giorgio e san Maurizio, gli speroni, la spada ed il cinturone, lo scudo. Seguono i nobili della casata con alcune dame che portano la veste bianca ed il mantello rosso usati dal cavaliere per la “veglia d’armi”.

 

Bibliografia.

  • Arrigo Pecchioli – La cavalleria e gli ordini cavallereschi, Roma 1980, p.14-23
  • Stefano Gasparri – Il mondo feudale, vassalli, signori, cavalieri, Firenze 1988, p 34-37
  • VV. (a cura di Renato Bordone) – Araldica Astigiana, (Renato Bordone , Donatella Gnetti) L’aristocrazia finanziaria del Comune di Asti. Moncalieri 2001, p.33-43